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Immagine – Parola – Memoria – Registrazione – Cancellazione
Laureata in Produzione Culturale presso l’Università Federale Fluminense (UFF), ha studiato curatela e litografia alla Escola de Artes Visuais do Parque Lage.
La sua ricerca, fortemente influenzata da questioni legate alla psicoanalisi, parte dalla parola e dalla sua relazione con immagine, scrittura, memoria, registrazione, ascolto e cancellazione. Il materiale di supporto dei suoi lavori varia tra tele, carte, legni, libri e oggetti di piccoli e medi formati, spesso presentati come insiemi o mosaici. L’artista esplora anche una tecnica di trasferimento di residui e materiali con il nastro adesivo. Il risultato di questi processi è una traccia o un frammento del punto di partenza, dove le parole si perdono e le lettere si dissolvono in linea e materia, staccandosi dal loro significato iniziale.
L’arte di Clarice Rosadas è un flusso di tratti ed emozioni. Strati su strati, l’opera evolve fino a quando altre parole riappaiono. Il flusso continua e, come nella psicanalisi l’inconscio influenza il conscio e determina il percorso di una vita, così nelle tele di Clarice Rosadas le parole che scompaiono e riappaiono determinano la direzione delle opere.
“L’opera termina quando mi dà sollievo” dice Clarice.
Ha partecipato a mostre collettive nel Museo di Arte Contemporanea (MAC) di Niterói (2017), Jacarandá Art Clube/Galeria Aymoré (2018), Centro Cultural dos Correios (2023), Reserva Cultural Niterói (2019), Casa Voa (2019), Oásis (2019), Galeria de Arte Solar (2023), Galeria Multiplo Espaço de Arte (2020), Galeria Anita Schwartz (2024), oltre a fiere come ArtRio e SP-Arte.
Ha realizzato le mostre personali “Desescrituras” (2021) e “Esquecer, Esquecer, Escrever” (2024) presso il Centro Cultural dos Correios di Niterói e di Rio de Janeiro, rispettivamente.