Afrodiasporico – Revisione – Storia – Lingua – Ripresa – Decolonialità
André Vargas
André Vargas è un artista visivo, poeta, compositore ed educatore. Vargas lavora sulla ripresa della sua ancestralità come mezzo per comprendere le basi delle culture linguistiche, religiose, storiche ed estetiche della brasilianità a cui appartiene, considerando la cultura popolare come la principale indicazione di questo fondamento. I sobborghi, gli interni e altri luoghi di memoria personale e collettiva che contornano questa ancestralità si presentano come punto di partenza empirico delle sue postulazioni concettuali.
Laureato in Filosofia presso l’UFRJ, Vargas mette in discussione le egemonie che indicano una storia unica, raccontando e rispondendo alla propria storia familiare, avvalendosi delle forze religiose che riconducono all’afrocentricità dei suoi gesti. La voce, l’evocazione e la conversazione producono pieghe sui significati delle sue opere attraverso la coniugazione tra parola e immagine. In questo percorso, la costante presenza dell’assenza riafferma l’infinito delle possibilità, dove ogni possibilità di certezza sul sacro e il profano sfugge attraverso la grazia.
Il critico Marcelo Campos scrive:
André Vargas proviene da una famiglia di schiavi in una piantagione di caffè e cotone, Fazenda dos Saldanha, a Chiador, nelle Minas Gerais…
…Tuttavia, resistendo alla logica coloniale, la famiglia, nelle generazioni successive, acquistò le proprie terre. Avendo la sua ancestralità come forza motrice, il lavoro dell’artista è pieno di riverenze alle anime e ai pretos velhos, i suoi antenati, vibrando in altari e oratori ricodificati…