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Marco Pio Mucci

Benevento, IT — 1980
Vive e lavora a Milano, IT.
Dopo il trasferimento a Milano, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando il corso di pittura di Alberto Garutti. Negli stessi anni co-fonda con alcuni amici il collettivo Armada, con cui organizza mostre e altre iniziative, dando vita a una delle realtà artist-run più dinamiche e interessanti in Italia.
Nelle sue opere, ciò che può leggersi come un racconto autobiografico porta spesso il ritmo di esperienze generazionali e di riflessioni maturate in contesti condivisi e comunitari. I suoi disegni richiamano i “materiali selvaggi” di certe produzioni artistiche degli anni Settanta e Ottanta—simili a quelle descritte da Pier Vittorio Tondelli, interprete della cultura giovanile e underground di quel periodo.
Al contempo emerge una dimensione epica, probabilmente ispirata alle grandi figure della storia—imperatori, filosofi, santi e artisti—di cui legge spesso le biografie. Alcuni dettagli delle sue sculture funzionano come correlativi oggettivi di un processo di aggregazione simbolica, raggiunto attraverso una creazione condivisa in dialogo con l’ambiente specifico dell’azione.
Nella produzione più recente affiorano memorie biografiche nei soggetti: paesaggi marini e porti di pesca; avvistamenti di UFO a Es Vedrà; scorci di partite di biliardo—gioco che ha occupato gran parte della sua adolescenza—e incontri fortuiti con una gazza che sorvolava il giardino condominiale della sua precedente abitazione.
Le tonalità monocrome e le scelte compositive rimandano alla tradizione della pittura antica e riflettono affinità filosofiche e letterarie—con Conrad e Melville, ad esempio—che esplorano l’ignoto in spazi vasti come il mare. Vi si avventura simbolicamente popolando le tele con una barca e un senso di nomadismo.
Le immagini indagano la percezione dello spazio e il tentativo di comprendere la realtà nella sua complessità temporale e spaziale. Ogni dettaglio nasce da un’intenzione radicata nell’idealizzazione delle forme entro memoria e nostalgia.
Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, tra cui Pick Poket (a cura di Sarah Lucas e Massimiliano Scuderi, 2023) e Noi Spariamo (a cura di Zero…, 2024). La sua ricerca ruota attorno al tema della finitezza della condizione umana, dell’apertura all’Altro e del superamento dello sguardo domestico consueto.


